Oggi, in relazione alla mia lettura mattutina, vorrei condividere con voi una mia riflessione sul fattore tempo nelle sue tre componenti: passato, presente e futuro. Lo faccio partendo dal presupposto che noi ontologicamente siamo esseri spirituali ma quello che scrivo può essere riscontrabile e di utilità anche a chi nega questa parte di sé. Per ego intendo la nostra identificazione con corpo e mente e quindi con ciò che vede e tocca tramite i sensi, e che reagisce e interagisce in base a esperienze vissute di piacere e di dolore.
Ecco che il presente non ha molto significato per il nostro ego che vive costantemente in funzione delle registrazioni del passato che proietta sul futuro. In questo modo però l’ego detta le nostre reazioni nei confronti di ciò che incontriamo nel presente: prendendo sempre come punto di riferimento il passato oscurerà la realtà presente. Ad esempio, se seguiamo i dettami dell’ego, reagiremo anche nei confronti della persone nuove che incontreremo, non per quello che sono ma per quello che esse ci “ricorderanno”, soprattutto se doloroso, facendo continuamente vivere il passato ed impedendoci di lasciarlo andare. Porteranno nella nostra mente i segni del dolore e ci inciteranno a reagire in difesa o in attacco come rivalsa di un passato che non esiste più. Questo porta il dolore nel futuro. A meno che noi non vogliamo portarcele con noi, le figure indistinte del passato non hanno presa su di noi.
Dobbiamo imparare a liberarci nel presente dei carichi condizionanti del passato. Credo che il tempo abbia una funzione di insegnamento e l’enfasi vada messa sul suo solo aspetto che può estendersi all’infinito perchè soltanto il presente è qui. Che accettiamo o no che la funzione del tempo nel mondo sia l’evoluzione e la guarigione, noi dovremmo mettere in evidenza soltanto l’aspetto del tempo in cui le cose possono accadere.
La guarigione, qualsiasi gurigione, non può avvenire nel passato. Deve avvenire nel presente per dare via libera al futuro. Questa interpretazione lega il futuro al presente ed estende il presente anziché il passato. Ma se perderemo di vista di agire con piena consapevolezza il presente, resteremo attaccati solo all’immobilità del passato.