Emozioni, impulsi e auto-osservazione

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Emozioni, impulsi e auto-osservazione

Ogniqualvolta ci accorgiamo della presenza di elementi non desiderabili in noi, ad esempio emozioni, emotive o affettive, e impulsi che non sono sotto il nostro controllo, possiamo valutare di sottoporli con attenzione alla nostra analisi critica. Il grado di dominio che la nostra mente riesce ad esercitare varia a seconda del tipo psicologico e di altre caratteristiche individuali, ma in ogni caso la mente può esercitare un certo grado di influenza, la quale può essere accresciuta con l’uso deliberato e l’allenamento.

Senza voler paralizzare emozioni, sentimenti e impulsi, incoraggiamoci ad utilizzare la mente per l’osservazione e la discriminazione. E’ utile riconoscere la natura irrazionale dei nostri impulsi e delle nostre emozioni e valutare i vantaggi o i danni, per noi e per gli altri, prodotti dalla loro manifestazione. Il senso di responsabilità derivante da tale riconoscimento, e anche soltanto la paura delle conseguenze nocive, suscita emozioni, sentimenti e impulsi opposti, che tendono a neutralizzare o controbilanciare in qualche misura quelli originali.

L’auto-osservazione è una pratica molto utile che permette, esercitandoci ripetutamente, di diventare capaci di inserire tra gli impulsi e le azioni un intervallo di riflessione sull’origine, la natura e le conseguenze dei propri impulsi. Il loro riconoscimento, e soprattutto la previsione dei loro effetti, ci rende capaci di acquisire un crescente dominio di noi.

Dominio non vuol dire repressione né soppressione. Gli impulsi non devono venir condannati, o suscitare sensi di paura e di colpa. Il dominio deve produrre un’opportuna direzione, regolazione e trasmutazione delle energie impulsive e delle emozioni. Esso ne consente l’espressione in modi innocui o, meglio, utili e costruttivi. La pausa riflessiva dà il tempo necessario per farlo.

L’analogia con l’acqua può aiutare a comprendere il processo che possiamo mettere in atto.

1 – Costruire degli argini a torrenti e fiumi per contenere il flusso delle acque.

2 – Costruire serbatoi e bacini capaci di contenere una parte dell’acqua in eccesso.

3 – Segue l’utilizzazione di quest’acqua: per irrigare i terreni oppure per mettere in moto macchine che generino energia elettrica che sarà poi impiegata in mille modi.

Quest’ultimo punto corrisponde alla trasmutazione e utilizzazione delle energie psichiche.

Nelle sedute di counseling aiuto il cliente a formulare il suo ideale da raggiungere; lo aiuto poi a scorgere le tappe successive necessarie per attuarlo; quindi a concentrarsi sui compiti immediati da svolgere.

 

 

Liberamente tratto da “Principi e metodi della psocosintesi terapeutica” R. Assagioli

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