Come stai? Sto bene, grazie.
Solamente dalle parole non si può capire se la persona dica o no la verità; spesso si dice quello che si vuole far credere.
Guardando però al linguaggio del corpo possiamo capire di più. Se la persona sta davvero bene, avrà un’espressione vivace, gli occhi luminosi, dei movimenti “vivi”, una voce vibrante, un portamento eretto. Il loro contrario o, ad esempio, una testa reclinata, le spalle curve, un torace incavato e un’andatura lenta riflettono sentimenti di pesantezza e frustrazione.
Molto spesso questi atteggiamenti che si assumono non sono il frutto di una situazione momentanea; sono il risultato di sentimenti predominanti che si sono espressi a lungo in una determinata postura, fino a diventare un’attitudine costante e un atteggiamento nei confronti della vita.
Secondo Lowen l’atteggiamento del corpo diventa per l’individuo la sua seconda natura e quindi parte del suo carattere.
Reich, psicanalista austriaco, fu il primo a prendere in considerazione l’identità funzionale tra psiche e corpo: identificò la corazza caratteriale e muscolare, cioè l’insieme di atteggiamenti tipici sviluppati dall’individuo, anche a livello corporeo, per bloccare le proprie emozioni, i propri desideri e le proprie sensazioni. Attraverso lo studio dei suoi casi, arrivò a capire che questa corazza era una forma di difesa che si era formata già nell’infanzia nel momento in cui era stata negata la soddisfazione di qualche impulso istintuale.
Reich comprese che ad una corazza psichica corrisponde una corazza somatica in quanto l’inibizione di emozioni si manifesta con crampi, tensioni e spasmi nel corpo.
Comprendendo come questi fossero meccanismi di protezione, la lettura del corpo divenne per Reich un modo per penetrare e comprendere il carattere e quindi la modalità con cui la persona reagisce agli eventi della vita, ovvero secondo il principio piacere-dispiacere.
Studiando i vari gruppi muscolari e gli organi che interagiscono nella manifestazione delle varie emozioni, Reich individua sette segmenti corporei dove nel tempo si struttura la corazza, o blocco energetico: segmento oculare, orale, cervicale, toracico, diaframmatico, addominale e pelvico.
Alexander Lowen, allievo di Reich, focalizzandosi sugli aspetti psichici e sulla loro espressione fisica, elabora la bionergetica, e concentra la sua attenzione sull’atteggiamento, sulla mimica, sulla gestualità, definendo una serie di esercizi fisici, respiratori e contatti corporei per realizzare un’integrazione tra corpo e mente.
Lo scopo è di rilassare la muscolatura, sciogliere i blocchi corporei, riportare in superficie le emozioni represse per restituire così al corpo e alla mente il normale flusso energetico.
L’orientamento di ogni individuo nella vita è di cercare il piacere e di sfuggire al dolore. Questa sequenza -ricerca del piacere-frustrazione–ansia–difesa– è uno schema che riassume i problemi che s’instaurano nella personalità. Più l’ansia è precoce e protratta nel tempo e più sono le difese che s’instaurano sia a livello psichico sia fisico andando a creare quelle tensioni muscolari che poi, divenute croniche e inconsce, formeranno una corazza caratteriale.
Nella persona sana ed equilibrata, psiche e corpo tendono a promuovere il benessere con scelte consapevoli; nella persona disturbata, queste due aree sono spesso in conflitto con la difficoltà a esprimere emozioni e sentimenti, limitando il benessere e la vitalità dell’organismo.
Ad esempio, se nell’infanzia un individuo si è visto negare la possibilità di chiedere aiuto, poiché segno di debolezza, svilupperà una serie di atteggiamenti, anche attraverso il controllo della muscolatura, con i quali si forzerà a dimostrarsi indipendente e autonomo e sceglierà solo quei rapporti dove tale autonomia è premiata.
All’inizio questo controllo di sé sarà consapevole e cosciente, al fine di evitare i problemi che l’hanno innescato, poi, ogni contrazione fisica diventerà cronica e anche a livello psichico l’emozione inizialmente e consapevolmente bloccata sarà inconsciamente inibita.
Questo fatto lo porterà nella vita a fare scelte che non lo espongano a situazioni che potrebbero fargli esprimere i sentimenti repressi, anche attraverso ulteriori difese come la negazione, la provocazione, la creazione di sensi di colpa, la malattia.
Lowen arrivò a definire e classificare cinque tipologie caratteriali con tendenze a sviluppare psicopatologie: schizoide, orale, psicopatico, masochista e rigido.
Francesco Padrini, ha ulteriormente ampliato e definito queste tipologie energetiche dando loro denominazioni diverse: cerebrale, dipendente, dominante, sottomessa e rigida.
Queste suddivisioni non classificano le persone ma ci aiutano a capire le tipologie difensive; inoltre, poiché ogni individuo ha una propria e unica modalità di esprimere le proprie difese sia a livello fisico che psichico, non esiste un tipo caratteriale puro ma sarà sempre una combinazione di due o più tipologie dove una potrebbe essere dominante sulle altre.
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Liberamente tratto da “il linguaggio segreto del corpo e del volto” di Francesco Padrini