Alcuni comportamenti dettati dal bisogno di sicurezza:
– Mangiare sempre le stesse cose, indossare sempre lo stesso tipo di abiti, leggere sempre gli stessi giornali o riviste
– Vivere sempre nello stesso luogo per paura di andare altrove
– Rifiutare di ascoltare idee che non si condividono anziché prendere in considerazione il punto di vista dell’altro
– Non esternare le nostre emozioni per che nell’aprirsi si possa essere feriti
– Vedere sempre nella fuga il sistema per proteggersi
– Temere di non saper fare bene una determinata cosa e, per questo, non farla
– Accettare un lavoro (o altro compito) sicuro, dove già si sa che si riuscirà bene, invece di competere in una cosa diversa ed, eventualmente, fallire
– Evitare chiunque sia stato definito “diverso”
– Tenersi l’impiego/lavoro anche se non piace per la paura di affrontare la grande incognita di un lavoro diverso
– Tenersi un matrimonio, una relazione, che chiaramente non funziona per il timore di vivere da soli
– Passare le ferie ogni anno nella stessa località per non correre rischi
– Fare ogni cosa in funzione della prestazione e non del piacere di farla a prescindere dal risultato
– Valutare le cose per il loro prezzo e come misura del proprio successo
– Darsi da fare per avere qualifiche e altri simboli di condizione sociale benché non ci piacciano
– Essere incapaci di cambiare programma quando si presenta un’alternativa interessante
– Preoccuparsi sempre del tempo e permettere che siano gli orologi a regolare la vita
– Non voler sentir parlare di attività nelle quali non ci si è mai cimentati e che si vivono come “strane” come ad esempio la meditazione, lo yoga…
– Stare sempre con lo stesso gruppo di amici e mai estendersi a persone differenti
– Andare a una festa con una persona e stare sempre solo con lei perché è più sicuro
– Tenersi in disparte e non partecipare ad una conversazione su argomenti dove non ci consideriamo abbastanza intelligenti, o dotati, o competenti
– Condannarsi se non si riesce in tutto ciò che si intraprende
La lista potrebbe continuare e ognuno potrebbe fare la sua, ma invece di compilare ancora nuove liste, potremmo solamente chiederci: vogliamo vivere ogni giorno come abbiamo vissuto il precedente senza possibilità di crescita?
A volte ci creiamo da soli le nostre sofferenze perché incapaci di pensare in modo sano. Se diventiamo capaci di guardare le cose con un’altra prospettiva, i nostri tormenti possono scomparire. E’ sempre il nostro atteggiamento mentale a determinare la qualità della nostra vita.
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Liberamente tratto da “Le vostre zone erronee” – Wayne W. Dyer